Il gruppo Mondoapiedi – costituito da una decina di
camminatori abbigliati in maniera più o meno pittoresca – parte dal rifugio del
Lupo Bianco per salire al Col Rodella. Impongo un ritmo tranquillo, tra foto di
gruppo e soste per bere, ma nonostante questo qualcuno è già in debito
d’ossigeno; però arrivano tutti senza problemi al rifugio Salei e si concedono
una birra, un bicchiere di vino e una cioccolata.
I più decisi decidono di
tentare l’ascesa al Rifugio Demetz, che brilla al sole incastonato nella
forcella del Sassolungo. Ci avventuriamo nella Città dei Sassi, un percorso
costituito da enormi massi di dolomia franati dal Sassolungo; non è facile
trovare la via e le giornate sono ormai brevi così, dopo un veloce picnic
appoggiati alla roccia come lucertole, decidiamo di puntare verso il rifugio
Des Alpes dove ci riuniamo agli sciatori per un aprés-ski a 2400 metri di
quota.
Il giorno successivo il gruppo si allarga e ben 15 camminatori si inoltrano in Val Jumela; la sera precedente si sono fatti bagordi e ore piccole e l’orario di partenza ne risente. Il gruppo annovera la presenza di Capitan Caiola dotato di orpelli quali una cassa per la musica in pieno stile Mondovela Fun e due noci di cocco (sicuramente autoctone della Val di Fassa).
Ci avventuriamo per pratoni sopra Pozza e poi in un ripido bosco fino a ricongiungerci con la mulattiera. Dopo un paio d’ore di cammino arriviamo all’Alpe Jumela di Sotto e il gruppo reclama a gran voce il picnic. Capisco che per oggi ho chiesto il massimo e lascio che i ragazzi si adagino sul prato tra chiacchiere e panini allo speck. Alle 2 ricompongo il gruppo e ci avviamo verso valle: la discesa, grazie alla forza di gravità, si rivela assai più veloce di quanto previsto e alle 3 siamo già con i piedi sotto il tavolo a bere birra e a parlare di avventure barcarole.
Il terzo giorno si dev’essere diffusa la voce che camminare rassoda i glutei e il gruppo conta ben 20 camminatori. È la gita più bella, da Muncion saliamo lungo la carrozzabile della Val Vaiolet tra imponenti bastioni di roccia e sotto un cielo molto blu.
Il sentiero, soprattutto nell’ultima mezzora, è ripido ma lo
sforzo viene ripagato all’arrivo: uno scenario lunare, selvaggio, in cui domina
l’assoluto, il silenzio, la vicinanza col cielo. Ci sediamo al sole per goderci
il picnic prima di intraprendere la discesa che ci porterà prima al rifugio (e
alla meritata birra) e poi alle macchina. Un’altra gloriosa giornata di
cammino.
Nessun commento:
Posta un commento