Ci si prospetta la gita in elefante oppure in pullmino. Io opterei per il primo, piu` divertente, ma purtroppo parte solo dopo un'ora, cosi` ci dobbiamo accontentare della seconda soluzione. La gita di un'ora si rivela una cocente delusione: avvistiamo branchi di cervi, 4 pavoni (di cui uno fa la ruota a nostro uso e consumo) e 3 scimmie. D'altra parte con una turba di indiani - bambini e non - che schiamazzano appena vedono muoversi una foglia capisco che una tigre preferisca restarsene ben al sicuro nella macchia, invece che venire a farsi fotografare da noi. Tuttavia la natura e` rigogliosa e l'occhio, dopo tanto lerciume e tante persone, si rilassa guardando alberi secolari e una zona totalmente incontaminata.
La mattina seguente si va a visitare il palazzo del maharaja di Mysore, una pacchianeria datata 1912, piena di specchi e colonne tortili, dipinti del tardo colonialismo anglosassone, baldacchini finemente lavorati e specchi di vetro di Murano. Nel complesso pero` e` affascinante e suggestivo, permette di capire la ricchezza e lo stile di vita dei sovrani indiani durante la dominazione inglese. Terminata la visita si torna da Adil per i saluti: siamo tristi perche` il tempo e` volato via; due giorni e mezzo sono effettivamente pochi ma il viaggio davanti a noi e` ancora lungo. Adil ci colma ancora di regali, boccette di profumi e olii, bastoncini di incenso, latte di cocco (oddio speriamo che non si rovesci sui vestiti) e i nostri zaini, di per se` gia` non leggerissimi, cambiano forma, peso e dimensione.
Decidiamo di prendere l'autobus per Calicut, tempo stimato di viaggio: 6 ore. Ora, gia` 6 ore di autobus da noi sono una mazzata, figuratevi in India: velocita` media tra i 30 e i 40 all'ora, buche, sorpassi che definire scriteriati non rende l'idea. Qua e` normale superare un camion in curva, in salita, strombazzando a piu` non posso. E se arriva qualcuno dall'altra parte? chiederete voi...be`, se e` una moto, un tuctuc o una macchina si scansa fino ad uscire dalla banchina, se e` un altro bus o un camion si inchioda, si accelera all'impazzata rientrando all'ultimo secondo oppure si costringe chi arriva dall'altra parte a fermarsi. E` una specie di roulette russa, non sai se il prossimo sorpasso segnera` la fine del viaggio. Optiamo per il bus delle 2 ma e` strapieno e il bigliettaro ci dice che ce n'e` un altro alle 2.45. Le stazioni degli autobus sono strane, chiedi informazioni e ognuno ti dice un cosa diversa: il secondo controllore che interpello mi dice che il primo e` alle 4 e il terzo che non ce ne sono del tutto.
Non ci scoraggiamo e attendiamo pazienti alla piattaforma 11 (su quella sono tutti concordi nell'affermare che sia la nostra).
Non e` male, viaggiare cosi`: davanti a noi l'enorme parabrezza, simile a uno schermo cinematografico, ci regala uno spettacolo senza eguali. Lungo la strada venditori di cocco accovacciati sotto frondosi alberi cedono il passo a villaggi incasinati, dove bambini, capre e mucche razzolano insieme.
La strada, dopo un paio d'ore, cambia: i villaggi lasciano il posto alle colline disabitate, ci immergiamo in un mondo disabitato in cui il traffico e` scarso e la natura vince sull'uomo.
Finalmente, alle 10 di sera, raggiungiamo Calicut, la citta` dove nel 1498 sbarco Vasco da Gama, il primo europeo a mettere piede in questo fantastico paese. Decidiamo di regalarci una notte in un albergo piu` bello, visto che il viaggio di domani si preannuncia altrettanto impegnativo: 5 ore di treno da Calicut a Cochin.
4 commenti:
oh ma vestiti uggguali eravate?
anfatti sì. Mr. Indiano e Mrs. Indiana Jones
nonso perchè ma è venut fuori col commento di mio frate quando in realtà è mio
che bellini!
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