Un novembre così non si vedeva da
tanto: caldo, asciutto, il cielo smaltato d’azzurro. C’è molta voglia di
camminare, di godersi gli ultimi scampoli di tepore prima dell’inverno. Con
Mondovela organizziamo un fine settimana sull’Appennino parmense per scoprire
la Via Francigena, l’antico percorso dei pellegrini romei. Io sono la guida e
con me c’è un gruppo di tre bresciani, Francesca, Alice e Davide, un
bergamasco, Kevin, e una cubana trapiantata a Brescia da molti anni, Yoli. Non
conoscendo il livello dei camminatori costruisco un percorso tranquillo ma
molto scenografico nel tratto che da Berceto attraverso il passo della Cisa
conduce a Pontremoli, avamposto della Toscana.
Ci troviamo di primo mattino a Berceto, piccolo paese a 800 metri di quota; all’ingresso del paese un cartello recita “Il paese di montagna più vicino al mare”. Visitiamo la splendida pieve romanica e conduco i ragazzi a vedere il Santo Graal, un semplice ma affascinante calice di vetro del VII secolo che, secondo la leggenda, raccolse il sangue di Cristo e fu poi portato attraverso mille vicissitudini in Europa dove trovò collocazione a Berceto.
Terminata la visita riprendiamo l’auto e percorriamo una decina di chilometri fino all’ostello della Cisa dove inizia la camminata vera e propria. Scarichiamo gli zaini, prepariamo il picnic, riempiamo le borracce d’acqua fresca e siamo pronti a partire. Saliamo subito nel bosco fino a raggiungere il Monte Valoria, la cresta che fa da spartiacque tra Emilia e Toscana: il paesaggio è splendido, a nord in lontananza si scorgono le prealpi, a sud la valle del Magra si dipana ai nostri piedi. Un vento caldo ci investe appena superata la sella e ci invoglia a spiegare le vele…peccato che siamo a 1200 metri di quota e il mare non si veda.
Perdiamo un po’ di quota fino al passo dove ci godiamo il picnic addossati alla suggestiva chiesetta della Madonna della Guardia. Qui è posizionata la Porta Toscana della Francigena, un arco di legno che segna l’entrata nella regione. Dopo una pausa che si protrae un po’ più del necessario, scaldati dal sole e rinfrancati da una bottiglia di vino dei colli parmensi, riprendiamo il cammino in discesa verso la nostra prima meta, il borgo di Previdè.
È ormai il crepuscolo quando veniamo accolti da Marco e Marzia che ci fanno accomodare nel loro rifugio splendidamente arredato, l’Eremo Gioioso, e ci riempiono di attenzioni e di calore umano. Tempo di una doccia calda ed è ora della cena a base di testaroli al pesto, salumi toscani, lardo, formaggi stagionati e dolci. Complice il vino rosso gli animi si allietano e si rilassano; a fine serata siamo tutti stanchi ma incredibilmente soddisfati dei 15 chilometri percorsi.
La mattina ci accoglie uno splendido sole e un cielo limpido; ripartiamo e dopo pochi minuti di cammino giungiamo al ponte medievale di Groppodalosio. Scendiamo al torrente per ammirare l’ardita volta in pietra che si staglia venti metri sopra l’impetuoso Magra. Da qui comincia una lunga salita in un bosco di castagni dove sono appostati decine di cacciatori in attesa dei cinghiali; con un po’ di apprensione e in un silenzio surreale, rotto solamente dall’eco degli spari, proseguiamo il cammino fino alla chiesetta al passo della Crocetta, al culmine della salita. Qui ci concediamo il meritato pranzo e l’ancora più meritata siesta al sole.
Negli occhi abbiamo gli splendidi
colori del foliage autunnale, nelle
gambe i 14 chilometri percorsi oggi, nell’anima la soddisfazione di aver
camminato e goduto di splendidi paesaggi e della compagnia degli amici.
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