mercoledì 31 dicembre 2008
"Leggi italiane troppe e illogiche il Vaticano non le recepirà più"
Ah, se il Parlamento Italiano la smettesse di ascoltare i dettami di persuasione morale del Vaticano...
Buon anno!
martedì 30 dicembre 2008
L'Italiano medio
lunedì 24 novembre 2008
Bacaro Umido - 2 parte
Comunque, dicevamo...dopo aver assistito aun tramonto da favola davanti a San Marco, abbiamo volto le nostre prore verso il ritorno, a parte JLux che su istigazione di Serena ha cercato di infilarsi nell'Arsenale rischiando il cannoneggiamento da parte della Marina Militare...ma tanto erano ubriachi e sarebbero affondati senza accorgersene.
Dopo aver circumnavigato tutta Venezia siamo finalmente giunti a destinazione e abbiamo lasciato i mototopi. Lì è cominciato il vero tour alcolico: giro di prosecco..e uno e due e tre...poi alla Cantina...giro di bianco...e olè... poi ci si dirige verso il Ristorante "Il Cavatappi" in Vicolo del Vino (nomen omen).
Siamo partiti in 12, alquanto ubriachi e abbiamo iniziato a picchiarci, a rincorrerci per i vicoli di Venezia, a fare scherzi cretini (v. foto) e a perderci!

Eh sì: uno a uno abbiamo cominciato a sparire, sembravamo 10 piccoli indiani. Solo che eravamo 12. 12 piccoli indiani ubriachi! Due hanno fatto la scorciatoia, 2 sono tornati in albergo a cambiarsi, 2 hanno litigato e 1 è scoppiata a piangere, 1 è tornato indietro a cercare i 2 che litigavano...e così via.
Dovevamo arrivare al ristorante alle 8 e mezza, siamo arrivati alle 10.
Lì giunti, gran mangiata di baccalà mantecato e poi via verso la notte brava e alcolica.
La mattina dopo ci svegliamo con un gran mal di testa e una nebbia pioggerellosa che aleggiava sulla laguna.
Nonostante la stanchezza, non mancava

l'entusiasmo.
Siamo partiti alla volta di Palazzo Ducale, opera mirabolante che testiomonia la grandezza della Serenissima per un millennio di storia.
Dopo altri giri senza costrutto siamo approdati all'ennesimo bacaro, dove sotto il cartello "Xe rivà el tomboin" (è arrivato il succo d'uva) abbiamo concluso più che degnamente questo primo mitico Bacaro Umido.
giovedì 20 novembre 2008
Italiapost
Quando si dice che B. può essere paragonato a Mussolini non si va lontani dal vero; non per i motivi menzionati (dittatura, privazione della libertà, elevato decisionismo) ma perchè esattamente come M. negli anni '20 e '30 è riuscito a creare due correnti in Italia: "O con me o contro di me".
venerdì 7 novembre 2008
Il Bacaro Umido - 1 parte


Venezia, primo weekend di novembre: la stagione è adatta per la prima edizione del Bacaro Umido. Per chi non lo sapesse il bacaro è l'osteria e il Giro dei Bacari, appunto, è il giro delle osterie.
L'appuntamento era in stazione Centrale, per prendere l'Eurostar per quel di Venezia e già in treno si sono verificate le prime scene di alcolismo pernicioso.

In un modo o nell'altro, comunque, siamo giunti a Venezia e lì ci si è aperto un mondo.
Il giorno successivo, di buon mattino, abbiamo preso possesso dei mototopi e siamo partiti alla conquista della città, sotto un cielo a tratti grigio ma in grado di regalarci squarci di bellezza non convenzionale.


Immaginatevi 22 matti che girano per la laguna (Burano, Giudecca), senza avere la minima idea di dove stanno andando, senza sapere le leggi che regolano la navigazione all'interno della città (ad esempio il Canal Grande e il centro storico sono off-limits, dice qualcuno. Altri sostengono tutto il contrario).
Potete capire il casino: all'inizio tutti uniti, dopo un paio di spriz, ognuno andava dove gli pareva. Un paio di barche hanno cercato di infilarsi nell'Arsenale, il porto militare, evitando il cannoneggiamento della Marina Militare Italiana di un soffio.
Altri scherzavano con le grandi navi da crociera che solcano il Canale della Giudecca: insomma,
un bel bordello.

Sul tutto abbiamo pranzato alle 4 del pomeriggio in un ristorante in Campo Santa Margherita con abbondanti porzioni di baccalà mantecato, affettati, annaffiati da un buon vino. Vi dico solo che uscire dal canale dopo è stato tutt'altro che agevole.
Ma in un modo o nell'altro siamo riusciti a riportare a casa la pellaccia (con tanto di barche integre), non senza regalarci uno spettacolare tramonto di fronte a S. Marco, che se non fosse stato reale avrebbe potuto sembrare una cartolina.

(continua...)
mercoledì 29 ottobre 2008
poco tempo, tanto da dire, non si sa come dirlo
No, la realtà è che ho pochissimo tempo e faccio un botto di cose. Sabato scorso mitica gita in mountain bike sul lago di Garda con l'amico Martino, prossimo giro a Venezia per il giro dei bacari (osterie) e gita coi mototopi, specie di grandi chiatte.
Ci sarà da ridere...seguiranno racconti
giovedì 9 ottobre 2008
Eazye Valentino

hi hi, ma il nostro non è uguale al buon Rudi?
Asciugamano in testa, bocca a culo di gallina e sguardo perso tra i meandri dell'infinito.
giovedì 2 ottobre 2008
Google Chrome
lunedì 29 settembre 2008
1 month later
In realtà è un mese dopo...
E' un mese che non scrivo, non per mancanza di voglia (bè, un po' sì, anche. sono pigro come dice E. e ha ragione) o perchè non abbia nulla da dire, ma per mancanza di tempo (bella scusa direte voi).
In realtà sono in ballo tra un periodo lavorativo pienissimo e ricco di soddisfazioni e mille weekend uno meglio dell'altro.
L'ultimo l'ho passato a Roma con vecchi amici, scarpinando un sacco e mangiando alla grande (mitico Fabio de La Cabana e i suoi inarrivabili bucatini all'amatriciana).
Il prossimo weekend invece sarà in barca con Capitan Anderloni e la sua truppa, sulla mitica Vassilissa, per la prima regata della mia vita.
Buon vento, gente, ovunque voi siate.
martedì 26 agosto 2008
Back from Palma de Mallorca
Cosa resterà di questa vacanza? Tante bellissime cose: l'Oberbayern, il Catella derubato e a piedi, il 538, le cubiste del Tito's, la spiaggia di Es Trenc, il tavolo e la bottiglia di Havana 7 rubati al Level, le vacche frisone, le partite a Culo, il faro di Cap de Formentor, i racchettoni, ValeVale, le fantastiche tapas di Palma e questa canzone:
Ma soprattutto noi (in ordine di arrivo): Nico, Max, Giulio, Zeno, io, Marco e Maria.
Grazie ragazzi per la splendida estate!!!
lunedì 4 agosto 2008
Engadina, mon amour
Venerdì, preso dall'afa e dall'ansia di restare a Milano, decido di andare in montagna a respirare l'aria buona. Perciò prendo armi e bagagli (o "armi e ritagli: vediamo chi indovina la citazione) e parto per la "Svizzera verde" (citazione 2: vediamo chi è il migliore). Precisamente per l'Engadina.

Sabato mattina, di buon'ora, si parte per il passo dell'Albula, 2315 metri di altitudine, regno incontrastato di muschi, licheni e vacche.

Colà giunti, si mette mano alle biciclette (ho omesso di dire che siamo saliti in furgone) e ci si getta giù dalla discesa sterrata e pietrosa.


La giornata è meravigliosa, il sole è caldo, il cielo terso, smaltato, azzurro come solo in montagna può essere. Il cuore mi scoppia per la felicità (oltre che per l'altezza e lo sforzo fisico). Il panorama sembra dipinto sopra la tela di un sogno. Solo il dolore alle dita della mano, dovuto ai freni del mezzo meccanico, mi riporta alla realtà.
Dopo alcuni chilometri di discesa vorticosa, inebriante, da togliere il fiato, si giunge al "mitico" Lej da Palpuogna", un caposaldo della mia infanzia, uno dei luoghi più belli del mondo.
Lo so, la foto sembra finta ma vi giuro che è esattamente così: il colore verde smeraldo, le montagne incombenti, altissime, maestose.
Immergo i piedi nell'acqua gelata ed è un sollievo, un ritorno alla vita. Poi via in sella e si riparte.
Si passano tutti i paesini della valle, con i campanili a cipolla, i restaurant garnì con i vasi di fiori in legno, i tavolini con gli ombrelloni, le mucche, le stalle, i prati verdi e i covoni di fieno.

Tutto ciò è estremamente svizzero!
La pedalata continua tra boschi e prati, tra treni rossi che passano su ponti sospesi sopra burroni scoscesi.
Finalmente, a metà pomeriggio, arriviamo a Tiefencastel, la meta della nostra gita, importante punto di snodo e di incroci della Svizzera interna.
Lì un furgone porta noi e le nostre biciclette di nuovo sulla sommità del passo dell'Albula, da cui scendiamo in una discesa vorticosa per tornare in valle.
Che giornata fantastica!
giovedì 31 luglio 2008
San Giorgio e il drago
Sei un drago!
mercoledì 30 luglio 2008
Gigi a Parigi ovvero la Vagina Parigina

Weekend a base di 3 ingredienti fondamentali: figa, alcool e amicizia.
Figa è quella che gira per Parigi ma anche per mille altri luoghi in questi giorni, alcool quello che abbiamo bevuto (ma direi manco troppo) e amicizia, quella che lega tre cazzoni come noi, fondamentalmente molto diversi tra loro ma accomunati da mille cacate e svariate esperienze/viaggi in comune.
Detto ciò, il weekend è stato foriero di slogan e cacate varie, canzoni demenziali ma soprattutto di una cosa che mi sconvolge vieppiù: IL FATTO CHE NON LITIGHIAMO! Saremo cresciuti, sarà che ci vediamo poco, sarà che ci fa troppo piacere vederci per perdere tempo in stupide cazzate, sta di fatto che si va d'amore e d'accordo.
Chiuderei con un BELLA PER NOI di buon auspicio.
venerdì 4 luglio 2008
Capitan Baffo Baffo colpisce ancora
Ieri sera ottima cena a base da "Zio Pesce", il ristorante sorto dalle ceneri di "San Giorgio e il drago", il ristorante di mio zio dove festeggiai la mia laurea.
Mannaggia, che salto indietro nel tempo.
A proposito di salti indietro nel tempo, ieri ho rincontrato una persona che non vedevo da anni, da quando entrai in azienda. Quanta acqua è passata...ma vabbè, pensiamo al futuro e soprattutto al presente.
Oggi si parte: destinazione Piombino. Si prende la barca e poi via, probabilmente all'Elba e, se riusciamo, anche al Giglio (perchè no?).
Cazzo, ho noleggiato un Bavaria da 15,40 metri: non è una barca, è una portaerei.
Buon vento a tutti
lunedì 30 giugno 2008
Voglio andare a vivere a Copenhagen (d'estate. D'inverno no perchè fa freddo)
Vittoria per il "Fronte del topless" danese
Le donne di Copenhagen possono nuotare nelle piscine pubbliche a seno nudo: «Non è sempre oggetto sessuale»
mercoledì 18 giugno 2008
Tra le 1000 cose belle della vita c'è...
giovedì 12 giugno 2008
cribbio, è un mese che non scrivo
Sembra una minchiata, ma è vero. E il fatto che io in questo periodo non ho molta voglia e ancora meno tempo.
Nel frattempo però ho compiuto 30 anniiiiiiii.
Mah (aridaje): gran fiesta, un botto di amici, anche da lontano, e qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scura (grz Degre).
à la prochaine, mes amis, spero con qualcosa di intelligente da dire
giovedì 15 maggio 2008
cinemillo
Il treno per il Darjeeling mi è piaciuto assaje, sia per il film in sè, sia per la cumpa, sia per il doposerata, passato a sbevazzare Slalom a stomaco vuote tra le Colonne transennate.
Adesso, miei cari 25 lettori (ma anche molti meno, mi sa) mi sparo American Gangster in dvx.
Buona visione!
martedì 13 maggio 2008
Che palle
Però non so fare un cazzo e non so nemmeno cercare lavoro a quanto sembra.
Sento lo spettro di un miserabile fallimento che si aggira intorno a me.
Sarà autosuggestione, pessimismo di massa o una situazione obiettivamente difficile?
Sarca...questo è veramente un post inutile ma tant'è...avevo voglia di far sapere al mondo che sono in down.

martedì 29 aprile 2008
Il mio primo comando
Che figata, ragazzi!
lunedì 21 aprile 2008
MonteNapo
Waterloo non è una battaglia; è il mutamento di fronte dell'universo.
Da una parte l'immortale Vate di Francia, dall'altra il mitico LUCAAAAAA LUCIANIIIIIIIII
Questo video è grandioso
Un paese anormale
Non c'entra nulla...oggi, a paranzo coi colleghi, si parlava dell'atarassia, ovvero quella condizione esistenziale ideale caratterizzata da assoluta imperturbabilità di fronte alle passioni e, perciò, assente da ogni dolore. Ho fatto una fatica a ricordarmi il nome di Epicuro. Mi venivano i nomi di Euripide, Euclide ed Empedocle. Ma è possibile che sti scrittori e filosofi greci si chiamassero tutti allo stesso modo?
sabato 12 aprile 2008
Elesao sao sao sao
domenica 30 marzo 2008
Ali taglia
Alitalia da oggi ha tagliato la maggior parte dei voli intercontinentali da e per Malpensa.
Inter-rotte 181 tratte, circa 8mila posti di lavoro a rischio, compreso l'indotto, 900 dipendenti di Sea in cassa integrazione per 24 mesi, circa 6 milioni di passeggeri in meno l'anno, 70 milioni di euro in meno nella casse della Sea e un danno per l'economia lombarda stimato in 15 miliardi di euro.
Certo che è una bella batosta...d'altra parte quando si sostengono per vent'anni le compagnie di stato con iniezioni di capitale pubblico a dispetto dell'efficienza economica...
Già che ci siamo, qualcuno mi spiega cosa vuol dire Compagnia di bandiera? Io continuo a non capirne il significato e soprattutto perchè dovremmo difendere coi soldi dei contribuenti una società che perde 1 milione di euro al giorno.
Cos'è quest'ostilità diffusa ad entrare a far parte del gruppo Air France-KLM? Forse è la volta buona che - in mano ad altri - riusciamo ad essere efficienti e a non sperperare denaro pubblico. Credo che gli Italiani dovrebbero essere contenti di non dover più pagare, facendo due conti, una media di 6 euro all'anno pro capite. Non saranno tanti, 6 euro, dirà qualcuno...ma andatelo a dire a quei milioni di Italiani che stanno scivolando sotto la soglia della povertà.
martedì 25 marzo 2008
Al cinema
Ci si prospetta la gita in elefante oppure in pullmino. Io opterei per il primo, piu` divertente, ma purtroppo parte solo dopo un'ora, cosi` ci dobbiamo accontentare della seconda soluzione. La gita di un'ora si rivela una cocente delusione: avvistiamo branchi di cervi, 4 pavoni (di cui uno fa la ruota a nostro uso e consumo) e 3 scimmie. D'altra parte con una turba di indiani - bambini e non - che schiamazzano appena vedono muoversi una foglia capisco che una tigre preferisca restarsene ben al sicuro nella macchia, invece che venire a farsi fotografare da noi. Tuttavia la natura e` rigogliosa e l'occhio, dopo tanto lerciume e tante persone, si rilassa guardando alberi secolari e una zona totalmente incontaminata.
La mattina seguente si va a visitare il palazzo del maharaja di Mysore, una pacchianeria datata 1912, piena di specchi e colonne tortili, dipinti del tardo colonialismo anglosassone, baldacchini finemente lavorati e specchi di vetro di Murano. Nel complesso pero` e` affascinante e suggestivo, permette di capire la ricchezza e lo stile di vita dei sovrani indiani durante la dominazione inglese. Terminata la visita si torna da Adil per i saluti: siamo tristi perche` il tempo e` volato via; due giorni e mezzo sono effettivamente pochi ma il viaggio davanti a noi e` ancora lungo. Adil ci colma ancora di regali, boccette di profumi e olii, bastoncini di incenso, latte di cocco (oddio speriamo che non si rovesci sui vestiti) e i nostri zaini, di per se` gia` non leggerissimi, cambiano forma, peso e dimensione.
Decidiamo di prendere l'autobus per Calicut, tempo stimato di viaggio: 6 ore. Ora, gia` 6 ore di autobus da noi sono una mazzata, figuratevi in India: velocita` media tra i 30 e i 40 all'ora, buche, sorpassi che definire scriteriati non rende l'idea. Qua e` normale superare un camion in curva, in salita, strombazzando a piu` non posso. E se arriva qualcuno dall'altra parte? chiederete voi...be`, se e` una moto, un tuctuc o una macchina si scansa fino ad uscire dalla banchina, se e` un altro bus o un camion si inchioda, si accelera all'impazzata rientrando all'ultimo secondo oppure si costringe chi arriva dall'altra parte a fermarsi. E` una specie di roulette russa, non sai se il prossimo sorpasso segnera` la fine del viaggio. Optiamo per il bus delle 2 ma e` strapieno e il bigliettaro ci dice che ce n'e` un altro alle 2.45. Le stazioni degli autobus sono strane, chiedi informazioni e ognuno ti dice un cosa diversa: il secondo controllore che interpello mi dice che il primo e` alle 4 e il terzo che non ce ne sono del tutto.
Non ci scoraggiamo e attendiamo pazienti alla piattaforma 11 (su quella sono tutti concordi nell'affermare che sia la nostra).
Non e` male, viaggiare cosi`: davanti a noi l'enorme parabrezza, simile a uno schermo cinematografico, ci regala uno spettacolo senza eguali. Lungo la strada venditori di cocco accovacciati sotto frondosi alberi cedono il passo a villaggi incasinati, dove bambini, capre e mucche razzolano insieme.
La strada, dopo un paio d'ore, cambia: i villaggi lasciano il posto alle colline disabitate, ci immergiamo in un mondo disabitato in cui il traffico e` scarso e la natura vince sull'uomo.
Finalmente, alle 10 di sera, raggiungiamo Calicut, la citta` dove nel 1498 sbarco Vasco da Gama, il primo europeo a mettere piede in questo fantastico paese. Decidiamo di regalarci una notte in un albergo piu` bello, visto che il viaggio di domani si preannuncia altrettanto impegnativo: 5 ore di treno da Calicut a Cochin.
sabato 22 marzo 2008
Breve intermezzo extra indiano
martedì 11 marzo 2008
Contrattempi e felicità


Mazmann ha un nome simile a un grande scrittore Tedesco, occhi grandi e orecchie a sventola, un piccolo Dumbo umano. Gattona in giro per la casa e lancia urletti striduli di felicita` passando da un paio di braccia all`altro. Non ci stiamo seduti tutti al tavolo di legno cosi’ mangiamo io, Maria e Adil, a lume di candela perche` nel frattempo e` andata via la luce. Il cibo e` abbondante e squisito, le donne di casa hanno passato il pomeriggio a cucinare per noi e ne sono felici. Per parte nostra facciamo onore ai differenti piatti, Biryani – riso con le spezie e pezzi di pollo e montone, una deliziosa crema di cetrioli e cipolle, tenere polpette di carne e, come dolce, palline di farina e zucchero caramellato.
Dopo cena ci fermiamo un po` a parlare ma la stanchezza si fa sentire e torniamo in albergo: domani abbiamo in programma una gita al parco nazionale di Bandipur, con Adil, distante appena un’ora, a quanto ci dicono.
Varanasi, la città sacra

Il giro in barca dura due ore e ci permette di vedere oltre una decina di ghat, sormontati dai palazzi degli antichi sovrani, i Maharaja, che, a causa dell’umidita` persistente, ammuffiscono e si sbriciolano, contribuendo a rafforzare l’impressione di disfacimento, decadenza e morte.
In mattinata giriamo con la guida che sul tuctuc ci porta a vedere alcuni templi hindu: il tutto e` sfiancante, sia per la tremenda cappa d’inquinamento, sia per il frastuono continuo, sia per il sovraffollamento.
Il tempio di Hanuman, dio-scimmia, e` riempito all’eccesso da centinaia di devoti che recitano mantra lamentosi e portano offerte all’altare centrale. Qui, ci spiega la guida, il giorno degli attentati di Al-Qaeida a Londra fu messa una bomba e parecchi fedeli morirono; cosi` dobbiamo lasciare giu` ogni oggetto elettronico e avanzare scalzi tra i babbuini che giocano, si spulciano, mangiano e cercano di arraffare qualsiasi oggetto.
Finiamo poi a vedere la fabbrica delle sete: anguste stanze buie (l’elettricita` a Varanasi manca dale 10 del mattino alle 3 del pomeriggio) dove bambini, uomini e donne sui filai intessono fili d’oro nei tessuti, colorano le stoffe in enormi mastelli bollenti in cui viene sciolta polvere colorata e indelebile. Il tutto assomiglia a un romanzo di Dickens e probabilmente la situazione non e` molto diversa da quella dell’Inghilterra del XIX secolo: sfruttamento del lavoro minorile, pessime condizioni igieniche e di lavoro.
Al pomeriggio decidiamo di intrufolarci nei vicoletti che separano l’hotel dal fiume: stretti, puzzolenti, ingombri di letame e di animali. Se non fossero cosi` dannatamente caratteristici e pittoreschi sarebbero solo merdosi. Finalmente sul fiume dove c’e` piu` aria e pellegrini, turisti, mendicanti, lavatori e santoni camminano, parlano e giacciono insieme.
Ceniamo sulla terrazza dell’albergo, il domani ci portera` una giornata di trasferimenti, da Varanasi a Delhi, da Delhi a Bangalore e da Bangalore a Mysore per abbracciare finalmente l’amico Adil.
domenica 9 marzo 2008
Topi e topaie
Immagini di bambini sporchi e cenciosi che raccattano la merda di vacca con le mani si mischiano con quelle di eleganti e sorridenti receptionist vestite di sari color porpora e alti portieri in divisa, con tanto di bottoni e alamari d`oro, che accolgono i ricchi turisti europei e americani al suono di "Welcome, Sir" anche se sono vestiti come straccioni.
La mattina dopo, prima di dirigerci all`aeroporto per prendere l`aereo per Varanasi, io e Maria giriamo per uno dei mercati piu` belli di Delhi, dove le carote sono rosse come pomodori e l`aglio candido come neve. Ogni genere di mercanzia, ordinatamente disposta su alti scaffali, fa` bella mostra di se`: tabacco da masticare (e da sputare) mischiato a shampoo della Garnier, jeans da un euro e televisori da 100.
Devo comprare le batterie della macchina fotografica e mi dirigo a un banchetto. Pare che costino 20 rupie la coppia ma quando tiro fuori il portafoglio, il venditore, dopo aver parlato con un anziano che presumo sia il padre, in un inglese stentato mi informa che in realta` il prezzo e di
L`attesa in aereoporto e` lunga e snervante, i controlli lunghi e reiterati, ma alla fine a bordo di un aereo della compagnia low cost indiana SpiceJet - qua se non ci mettono le spezie dappertutto non sono contenti - decolliamo per Varanasi. Il volo e` breve, l`aereo nuovo e confortevole, in lontananza le candide cime dell`Himalaya spuntano tra la caligine che avvolge perennemente il subcontinente indiano e poi si perdono ad est.
All`arrivo veniamo braccati subito da uno scaltro agente di viaggi che ci promette taxi e albergo senza sbattimenti: sono stanco e non ho voglia di contrattare, cosi` accetto. Ovviamente il pagamento del taxi e` anticipato e, ovviamente, una volta a bordo, il tipo ci carica due ragazze (una e` sua sorella, dice) che devono scendere al nostro albergo. Ovviamente e` una balla, fa` solo in modo di far andare gratis due persone a carico nostro: siamo in India e la cosa e` normale, non mi metto a discutere. Dopo quasi un`ora di viaggio arriviamo all`albergo, l`hotel Sunshine...
- inciso - ho appena visto un topo sotto il mio computer che ha tirato fuori il muso, un topino di campagna grigio...
dicevo dell`hotel...a proposito di topi, una vera e propria topaia. Maria si rifiuta di dormirci e non so darle torto, cosi` chiediamo all`albergatore di indicarci un albergo more fancy e finiamo allo Yoghi Gupta, in un vicoletto pieno di merda di vacca e con un vitellino legato al muro, fuori dalla porta. L`albergo e` pero` piu` bello del precedente e dotato di terrazza panoramica dove ci servono un`ottima cena a base di - tanto per cambiare - pollo in tutte le salse.
Dopo una mangiata pantagruelica si va a dormire che domani la sveglia e` fissata alle 6 per andare in barca sul fiume Gange,
sabato 8 marzo 2008
Circo India


Agra, finalmente. Una delle citta` piu` inquinate, sporche e caotiche del mondo, sede di alcuni monumenti fantasmagorici; tra essi la perla dell`India, il suo simbolo, il Taj Mahal, il monumento all`amore fatto costruire da un imperatore Moghul per la moglie morta. A differenza dell`altra volta non c`e` nebbia e posso godere della splendida vista della bianca cupola di marmo e dei finissimi intarsi di lapislazzuli e madreperla che, secondo il volere di Allah, raffigurano solo e solamente motivi floreali e geometrici.
Però, improvvisamente, si possono aprire attimi di silenzio, solitudine e meditazione.
Fatepuhr Sikri e` costruita su una collina, a
Anche il resto della città è suggestivo: nel silenzio si levano palazzi di arenaria rossa che non è difficile immaginare vestiti del brusio della corte, di centinaia di concubine che si lavano nelle enormi vasche, di stallieri e cammellieri (ed elefantieri?) che curano i purosangue dell'imperatore.
Il pomeriggio scorre via e siamo sulla strada del ritorno per Delhi: altre 4 ore, passando su strette stradine, in mezzo a villaggi situati al di fuori del tempo.
mercoledì 5 marzo 2008
Il mio grosso grasso matrimonio indiano

Immaginate ai bordi dell`autostrada uno spazio all`aperto, meta` Disneyland e meta` Venezia, ma
Nonostante gli sposi appartengano alla casta dei

bramini, i piu` ricchi e nobili, il buon gusto non e`
di casa: lo sposo, un ometto rotondo e paciocco, vestito di un improbabile azzurro carta da zucchero, giunge su un carro hollywoodiano, trainato da due candidi ronzini, tutto parato a festa, preceduto da una turba di ballerine in sari sgargianti e una banda di ometti baffuti e rossovestiti che si agitano e strepitano con trombe, trombette, tamburi, nacchere e qualsiasi strumento possa fare rumore.
Questa scena, gia` di per se` particolare, diventa surreale quando si nota un camion che segue il carro e funge da generatore per le mille luci colorate che addobbano il carro.
Entriamo all`interno e ci accoglie un prato preparato come fosse una fiera, con banchetti in cui viene cucinato cibo, camerieri che lo distribuiscono con quel fare cerimonioso e accondiscendente che hanno tutti i camerieri del mondo, figurarsi quelli indiani. Per inciso, visto che il matrimonio e` tra bramini hindu, l`alcool e` vietato: trattasi quindi di un dry wedding, una palla mostruosa. Per fortuna ci sono alcuni colleghi di Davide coi quali costituiamo un gruppo di Italiani.
In fondo al prato e` stato allestito il palco per la cerimonia e ovviamente e` un concentrato di pacchianeria: luci, veli, specchietti, tutto contribuisce al cattivo gusto, ma non importa, va bene cosi`.
Anche noi saliamo sul palco per la foto di rito con la sposa e i parenti, vestiti in abiti tradizionali, parliamo con la madre della sposa e le facciamo i complimenti che si fanno di solito, con la piccola differenza che si tratta di un matrimonio indiano, a
Verso mezzanotte la gente inizia a sciamare e visto quanto ci abbiamo messo all`andata decidiamo di andare anche noi, visto che domani la sveglia e` fissata per le 6 e 30 per andare ad Agra a vedere il Taj Mahal.
La strada del ritorno e` perfino peggio perche`
dopo mezzanotte iniziano a circolare i camion che di giorno sono banditi. Le due corsie si riempiono in fretta e diventano file di 3 o 4 macchine, i camion impazzano, bici, carretti, perfino un enorme palla che al buio sembra un elefante morto e invece si rivela un covone di fieno alto