domenica 9 marzo 2008

Topi e topaie

Il ritorno a Delhi e` pesante e per rilassarci io e Davide andiamo a berci una birra al bar dell`hotel Hyatt, un cinque stelle. Il contrasto tra la miseria della strada e il lusso del bancone di legno con le magnum di Moet & Chandon e` sconvolgente e a tratti irritante: al bar dell`hotel due baguette costano 250 rupie e una birra 350 rupie, quando un indiano medio riesce a sopravvivere con 30 rupie al giorno.

Immagini di bambini sporchi e cenciosi che raccattano la merda di vacca con le mani si mischiano con quelle di eleganti e sorridenti receptionist vestite di sari color porpora e alti portieri in divisa, con tanto di bottoni e alamari d`oro, che accolgono i ricchi turisti europei e americani al suono di "Welcome, Sir" anche se sono vestiti come straccioni.

La mattina dopo, prima di dirigerci all`aeroporto per prendere l`aereo per Varanasi, io e Maria giriamo per uno dei mercati piu` belli di Delhi, dove le carote sono rosse come pomodori e l`aglio candido come neve. Ogni genere di mercanzia, ordinatamente disposta su alti scaffali, fa` bella mostra di se`: tabacco da masticare (e da sputare) mischiato a shampoo della Garnier, jeans da un euro e televisori da 100.

Devo comprare le batterie della macchina fotografica e mi dirigo a un banchetto. Pare che costino 20 rupie la coppia ma quando tiro fuori il portafoglio, il venditore, dopo aver parlato con un anziano che presumo sia il padre, in un inglese stentato mi informa che in realta` il prezzo e di 25 a coppia. Gli do i soldi ma, preso da una sorta di premonizione, infilo le pile nella macchina li` davanti a loro e mi rendo conto che sono esaurite: inizia allora una lunga discussione, in inglese da parte mia e in Hindi stretto da parte loro. Io che di Hindi non parlo mezza parola sono in palese difficolta` ma non mi do per vinto: e` una questione di principio. Sono perfettamente consapevole che un euro per me non e` nulla e per loro una cifra discreta, ma mi dico anche che, visto che mi fregheranno altre cento volte da qui alla fine del viaggio, stavolta no, voglio indietro i miei soldi. Alla fine la spunto e, scuotendo la testa, nel modo tipico degli Indiani, e con uno sguardo di disapprovazione negli occhi, il vecchio mi restituisce le mie 50 rupie.


L`attesa in aereoporto e` lunga e snervante, i controlli lunghi e reiterati, ma alla fine a bordo di un aereo della compagnia low cost indiana SpiceJet - qua se non ci mettono le spezie dappertutto non sono contenti - decolliamo per Varanasi. Il volo e` breve, l`aereo nuovo e confortevole, in lontananza le candide cime dell`Himalaya spuntano tra la caligine che avvolge perennemente il subcontinente indiano e poi si perdono ad est.

All`arrivo veniamo braccati subito da uno scaltro agente di viaggi che ci promette taxi e albergo senza sbattimenti: sono stanco e non ho voglia di contrattare, cosi` accetto. Ovviamente il pagamento del taxi e` anticipato e, ovviamente, una volta a bordo, il tipo ci carica due ragazze (una e` sua sorella, dice) che devono scendere al nostro albergo. Ovviamente e` una balla, fa` solo in modo di far andare gratis due persone a carico nostro: siamo in India e la cosa e` normale, non mi metto a discutere. Dopo quasi un`ora di viaggio arriviamo all`albergo, l`hotel Sunshine...

- inciso - ho appena visto un topo sotto il mio computer che ha tirato fuori il muso, un topino di campagna grigio...

dicevo dell`hotel...a proposito di topi, una vera e propria topaia. Maria si rifiuta di dormirci e non so darle torto, cosi` chiediamo all`albergatore di indicarci un albergo more fancy e finiamo allo Yoghi Gupta, in un vicoletto pieno di merda di vacca e con un vitellino legato al muro, fuori dalla porta. L`albergo e` pero` piu` bello del precedente e dotato di terrazza panoramica dove ci servono un`ottima cena a base di - tanto per cambiare - pollo in tutte le salse.

Dopo una mangiata pantagruelica si va a dormire che domani la sveglia e` fissata alle 6 per andare in barca sul fiume Gange, la Madre Ganga, a veder sorgere il sole sui ghat, le gradinate, di Varanasi, la citta` dei morti.

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